Gli scrutini. Una scatola vuota!
di Nicola Cassano
La morte del ragazzo di Marsala, improvvisa alla lettura dell’esito degli scrutini (2° anno di liceo scientifico!) ci induce a chiederci se i criteri di valutazione adottati dai docenti alla fine dell’anno scolastico sono validi ed indicativi di una preparazione effettiva degli allievi, intesa come acquisizione di valori culturali e sociali.
La risposta è, senza ombra di dubbio, negativa, ma coerente con quello che è il comportamento affatto professionale di buona parte di docenti e dirigenti scolastici. Che, per ragioni diverse, non sono all’altezza della loro funzione. I primi, per un approccio professionale contraddittorio verso una massa di discenti, oggigiorno disamorati a tutto ciò che è studio e fatica ed in buona parte maleducati ed arroganti. I secondi, per una mancanza assoluta di managerialità, aggravata da un malinteso senso dell’autonomia scolastica.
E’ il risultato di una perdita di valori che si possono riassumere in caduta di professionalità (niente a che vedere con la preparazione della materia insegnata!), obiettività di giudizio e conseguente capacità di valutazione, coerenza nella propria attività didattica e coraggio nel saper fare la giusta selezione.
A monte, poi, è assordante l’assenza del capo d’istituto che, a guisa di un impiegato di livello superiore, ha come obiettivo principe, ma in modo del tutto innaturale, il pareggio di bilancio, delegando ai propri collaboratori e ai coordinatori di classe le faccende prettamente didattiche.
Viene così meno l’azione coordinatrice del preside che sola potrebbe impedire disuguaglianze di giudizio palesi , portatrici a volte di drammi non voluti.
Viene meno anche la certezza delle Norme ministeriali che, fatte proprie dal Collegio Docenti (almeno si spera!) dovrebbero essere applicate uniformemente da ogni Consiglio di classe.
Ma proprio questa assenza assordante ne impedisce l’applicazione e, quindi, una sana ed obiettiva dialettica sulla situazione didattico-disciplinare dell’allievo che, pur meritevole di bocciatura per carenze gravi in qualche materia, viene comunque promosso. O perché la media complessiva dei voti assegnati in sede di scrutinio raggiunge la sufficienza o perché ci si sforza di pensare che l’allievo possa dare il meglio di sé nella classe successiva.
Modo ipocrita di giudicare! Che contrasta non solo con le tante sentenze dei TAR, chiamati ad esprimersi su istanza di genitori insoddisfatti, ma anche e soprattutto perché non vengono applicate le direttive del MIUR, non sempre informato dagli Organi periferici sulle contraddizioni vissute presso la quasi totalità delle scuole.
La Riforma Moratti, approvata con decreto per le secondarie superiori, tenta di superare tutte queste contraddizioni dettando norme precise sul comportamento didattico e disciplinare degli allievi.
E’ un punto di partenza. Ma a nulla servirà il decreto se, contemporaneamente, non verranno attivati i controlli sulla gestione didattico-amministrativa dei capi d’istituto.
Esistono per questo le Direzioni Regionali. Ma è lecito nutrire dei dubbi , se si pensa che sono affollate di personaggi che, mutatis mutandis, non brillano per efficienza e correttezza verso il Ministero e verso il personale scolastico.
Mancano i controlli o, comunque, i doverosi provvedimenti sanzionatori in caso di cattiva gestione delle scuole!
La ragione è, forse, nella mancata applicazione della legge Frattini, c.d. dello spoil system, che, fiore all’occhiello del governo Berlusconi, è stata applicata al contrario (Libero del 22 maggio 2005), ossia a favore dell’opposizione.
Riteniamo che la Riforma potrebbe avere più successo e visibilità, se lo spoil system venisse applicato anche nelle scuole, dove la sinistra “impazza” ed il personale vicino alla CdL è continuamente tenuto in soggezione.
Forse, allora, le scuole ritroverebbero una nuova stagione di valori con benefica ricaduta sulla popolazione scolastica ed anche su una graduatoria internazionale che, dal punto di vista del sapere, vede l’Italia nelle ultime posizioni tra i Paesi industrializzati europei e non.