Mala tempora currunt
di Nicola Cassano
L’ “era Prodi “, si fa per dire, tra contraddizioni diffuse e continue, finirà in una bolla di sapone, da archiviare come periodo funesto per la gente italica.
E sarà ricordata (
se pure sarà ricordata!) come un fulmine a ciel imbronciato per l’insipienza di piccoli alleati
(
CdL) che, con il proprio comportamento dissennato,
hanno interrotto lo slancio riformatore del leader Berlusconi e stancato l’elettorato moderato, che di sinistra non è. Piccoli alleati che, alla stregua dei polli di
Renzo continuano, incuranti e presuntuosi, a menar fendenti “spuntati” contro chi
(
il Berlusca!) ha più punti-qualità.
A sinistra, invece, il fenomeno è nettamente diverso e tragico. Un’unione di dieci formazioni ideologicamente variegate, in fase di incipiente implosione.
Da una parte, una sinistra estrema pacifista e coerente (
!?), che lo stesso presidente della Repubblica, ex PCI, indica come
“piccoli gruppi anacronistici, privi di realismo
e con scarso seguito”; dall’altra, un coacervo raffazzonato di partiti e partitini che, ipocritamente, procedono a vista su ogni tipo di problemi, di politica interna come di
politica estera. Con licenza, però, di ritornare sulle proprie decisioni al primo boato di piazza. Come nel caso della giusta protesta dei tassisti.
Lo stesso avviene in politica estera, dove il
prode curato boccheggia e non sa da che parte stare, se con i richiami della sinistra estrema, con il giardino botanico
(Margherita, Quercia et similia) o con la vile Eurabia di fallaciana memoria.
Il risultato è l’incapacità di dare certezze al Paese ed agli alleati occidentali. Conseguenza immediata: l’immagine ingiusta di un’Italietta da cartolina.
Lo stesso dicasi per il conflitto israelo-libanese. Il
prode ha infilato una serie di
gaffes, dalla mediazione chiesta all’Iran (nemico giurato di Israele!)
alla sua mancata presenza nella foto-ricordo 2006 del G8, a causa di una contemporanea, ma forse inopportuna telefonata!
E’ vero. Il prode ha ragione quando afferma di divertirsi. Lui! …ma noi del popolo?
Mi chiedo come sia stato possibile questo “vulnus” nella storia d’Italia.
![](prodi.jpg)
Un personaggio che non ispira fiducia, che parla per
alfabeto morse, che ride scoprendo un cavo orale
privo di denti propri o riportati e che, forse, nemmeno Dio lo vuole all’inferno, per non inficiarne le ferree e “non ipocrite” norme che regolano il caldissimo ambiente.
Decisamente è incomprensibile che milioni di italiani hanno preferito un personaggio insignificante ad uno, il Berlusca, che ha tanti difetti ma è pieno di personalità e di
idee.
Ed in questo acquitrino sinistro alcuni della CdL, anziché raccogliersi intorno al leader maggiormente votato, si lanciano in voli pindarici, oltre l’esperienza della “casa c
omune”, pensando, ognuno, di poter sostituire il leader Berlusconi. Che, invece, nella passata legislatura avrebbe dovuto andare ad elezioni anticipate per eliminare in un sol
colpo tutte le insipienze finiane, casiniane e folliniane.
Sarebbe stato un modo coraggioso di svuotare siffatti novelli condottieri di quarta fila per la dipartita naturale e/o giudiziaria di uomini politici che erano in grado di
convivere con maestria e dignità con il Potere.
Queste mie considerazioni sono la conseguenza di un articolo dell’on. Luca Volontè (UDC) su “Libero” di sabato 8 luglio 2006: “
La schiavitù in Italia esiste, non fingiamo
di non sapere”.
Ma Volontè dov’era quando governava Berlusconi e cosa ha fatto lui, alleato, per infliggere un duro colpo a siffatta
malagenìa, che ha sempre
condizionato la vita del Paese ed oppresso e schiavizzato non solo i più deboli.
Forse era più importante per l’UDC e, a corrente alternata per AN, contestare il “Berlusca”, accusato di cipiglio dittatoriale, ma pur sempre un moderato con le palle”!
Torino, 22 luglio 2006